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“L’amore (quello vero)”, il corto di Fabio Massa
“L’amore (quello vero)” è il titolo del corto di Fabio Massa, in lizza per la vittoria della statuetta. Conosciamo meglio il regista, originario di Castellammare di Stabia, grazie a questa intervista.
Finora dove ha trovato i protagonisti per le sue storie?
Lavorando come attore dal 2002, la maggior parte dei miei protagonisti sono stati colleghi con cui avevo avuto precedentemente la fortuna di lavorare. Altri invece li ho cercati con insistenza perché vedevo le mie storie scritte appositamente per loro. È stato questo il caso di Pietro De Silva attore nel mio “L’amore (quello vero)” e Giorgio Colangeli, interprete principale nel mio corto “Vicolo Cieco”. Molti piccoli ruoli invece mi piace prenderli da scuole di recitazioni, teatro locale…
È capitato che abbia cambiato idea su come procedere in fase di scrittura della sceneggiatura?
Si spesso! Non scrivo quasi mai per schema mentale ma per istinto! Non seguendo quindi nessuno sentiero capita spesso di cambiare le carte in tavola!
Quale corto di sua realizzazione offrirebbe come biglietto da visita ad un produttore cinematografico?
Al pari merito i due lavori con cui ho avuto la fortuna di vincere molti festival e di essere selezionato per i David di Donatello: “L’amore (quello vero)” e “Vicolo cieco”. Due storie così diverse che mi hanno dato tanto sotto il profilo professionale e umano. Gran bel set con grande qualità attoriale. “Sono stato bene”.
Quale fase lavorativa la impegna maggiormente?
Avendo anche costituito una casa di produzione, la Goccia Film, insieme all’attrice Martina Liberti, scrivendo, dirigendo, interpretando e montando le storie che scrivo, la risposta più semplice e reale è: tutte! Dall’inizio alla fine porto il mio progetto avanti curando ogni suo aspetto e seguendo la sua nascita e crescita come fosse un bambino.
Che rapporto hanno le generazioni digitali con il cortometraggio?
Credo molto molto forte. Grazie alle nuove tecniche il cinema è sicuramente diventato più alla portata anche dei piccolissimi produttori. Si può osare di più. A questo si aggiunge il fatto che molti attori professionisti spesso accettano di partecipare a piccole produzioni rendendo i lavori ancora più di qualità. Ovviamente ci sono anche i contro: tutti ora pensano di essere registi per la sola possibilità di prendere tra le mani una telecamera…
La selezione del casting come avviene?
Nel mio caso per la maggior parte delle volte per chiamata diretta. Altre volte in scuole di teatro o cinema che conosco. Anche in internet pubblicando annuncia sui maggiori portali e ricevendo (e quindi spulciando) materiale…
Il corto è ancora lo strumento di promozione per un regista emergente?
Credo di si. Insieme ad una gran bella sceneggiatura per lungometraggio può essere un bel biglietto da visita per dire: “Io sono…vorrei fare… so fare così”.
È possibile, spinti dalla sola passione, realizzare un corto di successo?
Sola passione senza talento o simili? Non lo so… però so che grande talento senza passione non arriva tanto lontano!
Quanto denaro è necessario per la realizzazione di un cortometraggio?
Credo conti molto l’idea! I mezzi digitali permettono davvero di poter produrre con pochissimi soldi. Penso si possa realizzare qualche buon lavoro anche con meno di mille euro… (“Vicolo cieco” ad esempio è costato 800 euro!)! Poi è ovvio più c’è budget più si può puntare ad uno standard qualitativo più elevato
Le agenzie ed i festival nazionali che ruolo hanno oggi?
I festival sono sicuramente il momento del mettersi a confronto, la possibilità di incontrare altri colleghi e vedere altre forme di cinema molto simile al tuo. Frequentarli credo sia il momento di crescita principale. E poi probabilmente una delle poche forme di distribuzione di un cortometraggio.