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Il giovanissimo Edoardo Pappi in gara con “Gabbia-No”
È giovanissimo ma ha già le idee chiare su ciò che farà da grande, e ha iniziato a lavorarci subito. Al David di Donatello, nella sezione corti, c’è Edoardo Pappi con il suo “Gabbia-No”. Conosciamolo meglio.
Cominciamo subito con la domanda di presentazione. Chi è …?
Sono Edoardo Pappi, un appassionato di cinema e regista (per hobby) di 15 anni. Ho questa passione dall’età di 8 anni, e cerco di coltivarla giorno per giorno, sperando che fra un po’ di tempo possa trasformarsi in un lavoro.
Tre domande da appassionato: qual è il suo regista preferito e il film/cortometraggio che non smetterebbe mai di rivedere? Perché?
Il mio regista preferito è Lars Von Trier, ma ce ne sarebbero tanti altri che mi è difficile non nominare, come Haneke, Lynch e Scorsese… Il film che non smetterei mai di rivedere è ‘Gummo’ di Harmony Korine, una pellicola originale ed innovativa!
Da dove nasce l’idea per un cortometraggio? Dove trova gli spunti per realizzare le sue opere?
L’idea per un cortometraggio può nascere da qualsiasi cosa, da una situazione alla quale si è assistito, oppure da un sogno, ma anche dalla visione di un film che ci lascia il segno e che inconsciamente potremmo riproporre in un nostro corto… In particolare, l’idea per ‘Gabbia-No’ mi è venuta pensando alla scomposizione della parola ‘gabbiano’, che dà la parola ‘gabbia’, parola dal significato assolutamente contrario a quello di ‘gabbiano’.
La cosa più facile e quella più difficile durante le riprese?
Non penso che esista una cosa più facile e una cosa più difficile. Sicuramente la cosa più difficile per me è controllare le luci e l’immagine in generale, insomma fare il ruolo del ‘direttore della fotografia’, mentre quella più facile o che comunque mi viene più naturale è la scelta di come e cosa inquadrare.
Corto è davvero più bello?
In definitiva credo di no, penso tuttavia che cortometraggio e lungometraggio siano due mondi diversi che non si dovrebbero confrontare, infatti sono due tipologie totalmente diverse di cinema realizzate e guardate in modi differenti ed in tempi differenti.
Qual è il suo stato d’animo quando, per necessità di lunghezza della pellicola, deve rinunciare ad una scena ben fatta?
Queste cose non mi preoccupano, perché quando decido di fare un corto cerco di farlo ‘corto’ scrivendo la sceneggiatura.
Se in post-produzione si presentasse questo problema credo che terrei la scena senza problemi, anche a costo di far diventare la pellicola troppo lunga, penso infatti che la libertà quando si realizza un qualcosa di ‘artistico’ sia tutto.
Nell’ambito del cinema italiano, in che misura è possibile proporre delle nuove idee e quanto invece si deve venire a patti con i produttori e i gusti del grande pubblico?
Il cinema italiano sta favorendo sicuramente i gusti del grande pubblico, e dal nulla continuano a nascere registi che fanno film ‘usa e getta’ che credo sia difficile poter chiamare ‘prodotti cinematografici’.
È vero però che ci sono molti progetti, concorsi ed iniziative che tendono a promuovere il cinema realizzato dal basso, le idee di registi emergenti che hanno molto da dire, ma la maggior parte della produzione italiana che finisce nelle sale, salvo qualche eccezione, è davvero di infimo livello.
Non può mancare una considerazione per l’oscar di Paolo Sorrentino…
L’Oscar a Sorrentino credo sia stato totalmente meritato, ‘La grande bellezza’ è un autentico capolavoro. La regia è di altissimo livello, la fotografia è superba, e così anche la recitazione. È un film che non stona mai, di innegabile importanza.
La sua bellezza, quanto meno visiva, credo sia oggettiva, poi sul concetto che esprime ci si può azzuffare a volontà, fatto sta che credo sia impossibile non definire ‘La grande bellezza’ un film unico ed importante, soprattutto per il cinema italiano e per la crisi che sta vivendo.
Il David di Donatello è uno dei premi artistici nazionali più importanti. Cosa si prova ad essere inseriti tra i possibili vincitori della statuetta?
Il David di Donatello è un premio importante, fin dall’anno scorso leggevo i vincitori sui giornali e mi emozionavo per loro, poi quest’anno ho scoperto che il concorso per i cortometraggi è aperto a chiunque, e così ho deciso di partecipare, ma quello di vincere è solo un sogno.
Prossimi progetti? Il sogno nel cassetto?
I prossimi progetti sono svariati e spero di poterli realizzare tutti.
Il sogno nel cassetto è quello di lavorare nel mondo del cinema, e di fare della regia la mia professione.