In lizza per la vittoria nella sezione corti, c’è Gilles Rocca con “Metamorfosi”. Già noto al pubblico come interprete, proverà a mettere in difficoltà la giuria con il suo cortometraggio. Conosciamolo meglio grazie a questa intervista.
Cominciamo subito con la domanda di presentazione. Chi è …?
Sono un giovane attore e regista di 31 anni
Tre domande da appassionato: qual è il suo regista preferito e il film/cortometraggio che non smetterebbe mai di rivedere? Perché?
Stanley Kubrick, Arancia Meccanica.
Trovo che sia un regista capace di raccontare con genialità i suoi personaggi e le sue storie.
Da dove nasce l’idea per un cortometraggio? Dove trova gli spunti per realizzare le sue opere?
La realizzazione di un corto è difficile, bisogna mettere insieme tante energie e aspettative comuni.
Per quanto mi riguarda i cortometraggi sono l’esorcizzazione delle mie paure, e perlopiù le storie sono molto vicine alla realtà.
La cosa più facile e quella più difficile durante le riprese?
La cosa più difficile è iniziare le riprese, una volta battuto il primo ciak la tensione si trasforma in energia produttiva.
Corto è davvero più bello?
No, può essere anche tremendamente più brutto, perché essendo corto più persone possono realizzarlo anche non avendo le giuste doti artistiche.
Con le nuove tecnologie è molto più facile realizzare dei video, molto spesso amatoriali e con un gusto discutibile.
Qual è il suo stato d’animo quando, per necessità di lunghezza della pellicola, deve rinunciare ad una scena ben fatta?
Se una scena è ben fatta e funzionale alla storia preferisco non tagliarla, piuttosto che adeguare forzatamente il mio racconto a degli standard imposti dai vari festival.
Nell’ambito del cinema italiano, in che misura è possibile proporre delle nuove idee e quanto invece si deve venire a patti con i produttori e i gusti del grande pubblico?
Le nuove idee rimangono purtroppo molto spesso blindate nel cassetto e da li non escono, per il disinteresse dei produttori o dei politici.
Mi è capitato sempre di realizzare i miei corti e presentarli dopo averli già “impacchettati”
Non può mancare una considerazione per l’oscar di Paolo Sorrentino…
La prima visione è stata positiva, un bel film da metabolizzare.
Rivedendolo, trovo che Sorrentino abbia centrato pienamente lo spirito e lo squallore di una nicchia di persone che realmente esistono e che recentemente ho osservato in una di queste feste romane.
Gran film.
Il David di Donatello è uno dei premi artistici nazionali più importanti. Cosa si prova ad essere inseriti tra i possibili vincitori della statuetta?
Un gran piacere perché da la possibilità di mostrare i propri lavori a tanti professionisti del settore.
Con la speranza che li vedano sul serio.
Prossimi progetti? Il sogno nel cassetto?
Uscirò a breve al cinema come protagonista nel nuovo film di Marco Risi “TRE TOCCHI”.
Poter continuare a fare quello che mi piace.