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Vincenzo Russolillo fa sei al David

Per il Presidente del Consorzio Gruppo Eventi è il sesto anno al David di Donatello. Nell’attesa di scoprire cosa avrà riservato per i suoi ospiti in questa edizione 2014, che si preannuncia piena di colpi di scena, scopriamo qualche cosa in più dell’attività che c’è dietro l’organizzazione di un evento come quello dell’oscar italiano. Lo chiediamo proprio, direttamente, a lui, a Vincenzo Russolillo.

David di Donatello, cosa significa per Vincenzo Russolillo, presidente di Gruppo Eventi, e per Vincenzo Russolillo, appassionato di cinema?

«La collaborazione con l’accademia del cinema italiano ha rappresentato per noi una reale opportunità di espansione di quelli che erano i nostri progetti in questi anni, perché la collaborazione con il presidente Rondi e con la segretaria Manuela Pineschi ci ha messo in condizione di essere “accreditati” presso il mondo di tutto il cinema italiano. Il fatto che, per l’accademia, siamo la parte operativa, logistica e anche che dà un sostegno reale alla produzione dell’evento ha significato essere visti, dagli altri festival e dagli altri addetti ai lavori del mondo del cinema, come una struttura reale, credibile e soprattutto solida.»

Dicono che il David sia l’oscar italiano, sei d’accordo?

«Sicuramente lo è perché è l’unico premio che viene consegnato con il patrocinio del Presidente della Repubblica, è l’unico premio che oggi ha per intero la sua messa in onda direttamente dalla Rai ed è anche l’unico premio che mette in condizione chi vi partecipa, e soprattutto chi vince, di essere accreditato presso il Ministero e di poter ricevere fondi per il mondo del cinema. Perciò questo è un premio sicuramente ambito e che dà la passibilità, a chi lo vince, di avere il massimo lustro in Italia.»

Quindi prestigioso come l’oscar, ma con una forte specificità italiana…

«Solo ed esclusivamente italiano, perché dà ampio spazio al cinema italiano, in tutte le sue sfaccettature, partendo dai corti, arrivando alla documentaristica e passando per il cinema d’autore. Il David di Donatello è un punto di partenza e di arrivo per chi nel cinema mangia tutti i giorni e nel cinema vive. Il cinema è una magica macchina da guerra, perché è un’industria che, in Italia, anche con un momento di crisi come questo, sta continuando a sfornare bellissimi prodotti, che portano risultati importanti per quelle che sono le case di produzione, ma anche per i registi, gli interpreti, che riescono, in questo momento di difficoltà della nazione, ad esprimersi con la stessa serenità e qualità che hanno rappresentato gli anni migliori per il cinema italiano.»

David che quest’anno arriva proprio dopo l’oscar di Paolo Sorrentino…

«Credo che sia un momento di trionfo e di festa per il cinema italiano. La sua presenza, credo ormai quasi confermata al David di Donatello, con parte del cast, accresce ancora di più l’interesse dei giornalisti e dei media intorno all’evento, che sarà realizzato il 10 di giugno in diretta Rai.»

Quante edizioni ha curato come presidente di Gruppo Eventi?

«Questo è il sesto anno a fianco dell’accademia. È iniziato quasi per scherzo e per sfida nei confronti del presidente Rondi e poi la nostra collaborazione s’è consolidata, andando al di là di quelli che sono i premi. Infatti, seguiamo con loro anche un pezzo dei premi De Sica, che sono una produzione dell’accademia del cinema italiano. Sono stati sei anni bellissimi e sono sei anni che si rafforza ogni anno, sempre di più, il legame tra noi, che nasce e cresce all’interno di un rapporto fatto di stima, amicizia e fiducia reciproca.»

Di questi sei anni cosa le è rimasto nel cuore?

«La cosa più emozionante è stata la prima edizione, quella del 2008. Il timore di sbagliare, la consapevolezza di essere sotto i riflettori non solo del cinema, ma di un evento importante, per cui gli occhi di tutti gli ospiti e di tutto il mondo potevano metterci in condizione di sbagliare e di portare a casa non un successo ma un flop. Invece, quel nostro essere – come sempre in tutti gli eventi – umili e a disposizione dei nostri ospiti ci ha premiato e ci ha dato la possibilità di essere ancora più apprezzati da tutti.»

E di essere una squadra. Ci tieni molto a questa parola.

«Si. La nostra è una squadra.»

L’edizione di quest’anno come si articolerà?

«Siamo per il secondo anno di seguito negli studi del Nomentano Rai e il 10 mattina saremo al Quirinale con tutte le cinquine per la cerimonia ufficiale, con il Presidente Napolitano. Il pomeriggio si tornerà negli studi e sarà come al solito un momento tipico di accoglienza e di lounge, che dà la possibilità ai nostri ospiti di vivere un momento di relax e la lunga trasmissione televisiva. Diretta tv su Rai Uno e Rai Movie e poi si tornerà di nuovo a festeggiare con il vincitore o i vincitori, e quindi red carpet, photocall e il momento finale, come al solito, con la nostra torta ufficiale, che è ormai un simbolo firmato Gruppo Eventi.»

Può dirci qualcosa in più sul valore aggiunto che dà Gruppo Eventi?

«Quello che ci viene riconosciuto è di aver dato un pezzo di vivibilità ad un evento ch era solo ed esclusivamente un momento televisivo. Quindi il red carpet, la lounge, la stampa… tutto è organizzato in modo che inostri ospiti possano viverlo in modo piacevole. Il nostro valore aggiunto è la squadra. Gli uomini di Gruppo Eventi cercano di coccolare i nostri illustri vip, i nostri ospiti, i nostri giornalisti, e cercano di dare quel senso di appartenenza all’evento e non soltanto di numeri che fanno presenza nella trasmissione televisiva.»

È un evento che è sotto i riflettori dei media. Proprio i media mi hanno incuriosito, parlando di “buffet cinematografico”. Di cosa si tratta?

«È quello che abbiamo battezzato (sorride, ndr) ormai sei anni fa con Fofò Ferriere. Consiste nella scelta del menù che proponiamo per allietare l’ora di attesa prima di entrare negli studi. È all’insegna delle esperienze cinematografiche di questi anni sugli schermi italiani perché, non dimentichiamolo, il connubio cinema-cibo è perfetto. Dai film di Aldo Fabrizi, fino ad arrivare ad Alberto Sordi, ma anche lo stesso Totò, tutti contengono, all’interno, sempre un momento di gastronomia, che è il vero motore di promozione dell’italianità, oltre alla bellezza dei luoghi del nostro territorio dove si girano i film. Non ci si dimentica mai di parlare di buon cibo.»

Quest’anno c’è una new entry: la partnership con BookSprint Edizioni di Vito Pacelli. Come si articola questa collaborazione?

«È una cosa di cui sono orgoglioso. Con BookSprint sono due anni che stiamo portando avanti un bellissimo esperimento. Ha funzionato già su Casa Sanremo, con risultati in termini di comunicazione, di presenze di scrittori e di autori. Abbiamo voluto riprendere lo stesso esperimento e portarlo all’interno del David. Lo esporteremo anche in altri eventi, per dare opportunità diverse a chi oggigiorno dedica il suo tempo a scrivere le sue impressioni, le sue passioni, i suoi sogni, affinché un manoscritto possa diventare, un domani, anche una sceneggiatura, il soggetto di un film. E quindi creare nuove opportunità per chi, forse, nel mondo della scrittura, non ha guardato con attenzione a questa possibilità di lavoro e di business intorno al cinema. L’esperienza è bellissima, poi la squadra di Vito Pacelli e della BookSprint è giovane, fresca, portando nuovi stimoli al team Gruppo Eventi. Siamo contenti di averli in squadra e siamo contenti soprattutto che ci sia questa effervescenza, che dà un senso di rinnovamento agli eventi consolidati, come il David.»

L’iniziativa “Testo in cerca di regista” è effettivamente una cosa che in molti non avevano mai preso in considerazione, però ha dato questa nuova possibilità a molti scrittori. E, di rimando, diversi registi partecipano a “Premia il tuo corto preferito”, quindi si sono messi in gioco sul web e questo rappresenta qualcosa di inedito per il David…

«Questo è stato un elemento, più che inedito, di rottura. Credo sia stata una scelta forte perché il web, che è realmente la possibilità del futuro, arriva a chiunque e ovunque , dà la libertà ad ogni soggetto di poter usufruire e di godere di pezzi di informazione in qualsiasi angolo della terra, in modo libero. Non è stato mai visto come un’opportunità per il mondo del cinema e dei corti. Io ritengo che soprattutto il mondo dei corti possa, attraverso il web, vivere di più, avere più opportunità di essere conosciuto e apprezzato e presentare numeri diversi rispetto alle sale (talvolta anche rispetto ai concorsi).»

L’ultima domanda: perché non perdere assolutamente l’edizione di quest’anno del David?

«Credo che ogni edizione del David non vada persa a prescindere. Qui ci sono i film che durante l’anno solare siamo abituati ad andare a vedere al cinema oppure sulla pay tv. È anche un piacere sapere che tipo di risultato porta a casa un’opera all’interno del premio. Per quanto riguarda quest’anno, sicuramente c’è da apprezzare la grande varietà di film che sono in gara (io sono anche giurato e, quindi, ho avuto la possibilità di rivedere e apprezzare film che avevo già visto al cinema) e poi c’è la novità, il valore aggiunto, di avere con noi un premio oscar, che sarà parte dell’iniziativa. Questo è un trionfo del cinema italiano, ma io lo guardo soprattutto come momento di speranza, di spinta per i tanti registi, interpreti e autori, che non devono arrendersi. La cultura e il cinema italiano hanno trascorso momenti bruttissimi negli ultimi cinque anni; gli ultimi due invece sono stati sicuramente con risultati e numeri diversi, e siamo fiduciosi che il futuro possa dare ancora più spunti per vivere un cinema che ha fatto storia, non solo nel nostro paese, ma nel mondo.»