Vai al contenuto
Home » News » Area Sanremo – I finalisti si raccontano

Area Sanremo – I finalisti si raccontano

I giovani finalisti di Area Sanremo raccontano i loro brani in attesa del “grande salto”

Ci hanno fatto emozionare, sognare e sorridere con la loro voce e le loro canzoni, una più bella dell’altra. Sono i giovani finalisti di Area Sanremo, e ve li raccontiamo con le loro parole estratte dalle interviste “dietro le quinte”.

Aurora Fadel

Aurora Fadel ha 17 anni, è di Savona di Piave in provincia di Venezia, e ha già passato il primo step della selezione dei semifinalisti di Area Sanremo.

Qui di seguito vi raccontiamo le sue prime impressioni. Parlando dell’esibizione sul palco di Area Sanremo, afferma: «Non avrei mai sperato di poter salire su un palco del genere, ovviamente ci ho sempre sperato tantissimo e sono molto felice di essere qui. Sono anche super-grata per avermi consentito di essere qui».

In merito al suo brano, “Profumo di lavanda“, racconta: «L’ho scritto io, ed è stato composto insieme al mio produttore, Elio. Sono molto felice di essere riuscita ad esprimere quello che ho messo in questo brano, cioè sentirsi esclusi e fuori da un gruppo, quando poi nella realtà si sa di poter stare bene in questo gruppo, e appunto io dico “profumo di lavanda”, perciò ‘ascoltatemi, io posso essere come voi’».

Nell’intervista rilasciata allo staff, poi, conclude: «Un grande saluto ad Amadeus, lo stimo tantissimo come presentatore, l’ho sempre seguito e sono molto felice che possa ascoltarmi».

Dellai

Anche il duo dei Dellai si racconta: «Veniamo da Cattolica» spiegano Luca e Matteo. «Fino alla fine dell’estate non eravamo consci di questa nostra partecipazione, ma siamo contenti dei risultati ottenuti.

In merito al brano, affermano che «nasce inizialmente dalle mani e dalle “corde” di Matteo, poi abbiamo subito cominciato a lavorarci insieme. È stato scritto e prodotto inizialmente da noi, poi tramite l’aiuto di professionisti del settore siamo riusciti a migliorarlo e a portarlo com’è ora. L’emozione di essere sul palco dell’Ariston è sicuramente enorme, quello che fa strano è il silenzio quasi assordante di questo palco, che di solito è così rumoroso e invece oggi è silenzioso».

Infine, salutano così il noto conduttore televisivo: «Ciao Amadeus, è un onore per noi essere qui a Sanremo, è un onore essere su questo palco. Daremo del nostro meglio, anzi faremo del nostro meglio».

Elena Faggi

«Ciao, sono Elena Faggi» esordisce un’altra giovane finalista, «ho 18 anni e vengo da Forlì. La mia passione per la musica nasce da quando ero piccola, con il violino, e poi ho continuato con il canto. Per me partecipare ad Area Sanremo è un grande traguardo e una grande soddisfazione, qualcosa di sorprendente e molto emozionante. La mia canzone si chiama “Che ne so“, l’ho scritta qualche mese melodia e testo, con l’arrangiamento di mio fratello Francesco Faggi. Parla di quel periodo dell’innamoramento quando non si sa ancora se si è ricambiati, e quindi di quelle illusioni, film mentali che ci si fa… Essere sul palco dell’Ariston e respirare la stessa aria di tanti artisti che stimo e ammiro è un’emozione indescrivibile e che faccio fatica a realizzare quindi grazie, grazie per quest’opportunità».

«La mia speranza è che questo sia solo l’inizio di un lungo percorso in salita. Ciao Amadeus, ti stimo tantissimo, non vedo l’ora e spero che la mia canzone ti piaccia così tanto da rimanerti in testa!».

Federica Marinari

 

Federica Marinari viene da Pisa e ha 27 anni. «Area Sanremo è arrivata per caso» racconta, «ho presentato il mio brano, mi piace parecchio però io vado a caso, quindi è tutto un boom-boom di emozioni! Tutti parlano di questo palco, ma pochissimi ci salvano sopra. Non voglio cadere in retorica, però è top, ci si sta bene. Le mie speranze sono quelle di poter far ascoltare il mio brano con tutte quelle lucine che ti sono addosso, quegli occhietti che ti guardano a destra e sinistra, con la televisione a casa, i parenti. Queste cose mi piacciono. La musica richiede un percorso, delusioni, sofferenze, traguardi e sconfitte. Quindi, anche se qui dentro ci sarà la sconfitta di non salire sul palco in quel modo, ci sarà comunque la vincita di essere salita qua, di fare un’intervista, di parlare con voi, insomma tutto questo».

Anche lei saluta così: «Ciao Amadeus, grazie per il tempo che stai dedicando a noi ragazzi che ci stiamo mettendo in gioco e ci stiamo raccontando tramite questa telecamera, spero di conoscerti».

Francesca Miola

Francesca Miola, invece, ha 27 anni e viene da Cavallino-Treporti in provincia di Venezia.

In merito al brano presentato, spiega: «Ho deciso di partecipare ad Area Sanremo perché l’obiettivo è quello di far arrivare a più persone il mio pezzo, che si chiama “La costola di Adamo” e nasce da un monologo di Benigni, in cui parla della donna e cita questa frase che è tratta dal Talmud, in cui dice: “Non far piangere mai una donna, perché Dio conta le sue lacrime”. Con questa delicatezza il messaggio è rivolto a tutte le donne del mondo, ma anche a tutti gli uomini, per sensibilizzare un po’».

Infine, lancia un saluto: «Sono sul Palco dell’Ariston ed è un sogno. Un saluto ad Amadeus, grazie, è un onore essere qui».

Guasto

Anche Gianfranco Finizio, in arte “Guasto“, si racconta: «Vengo da Portici, in provincia di Napoli, e ho 30 anni. Stare seduti qui, su questo palco dell’Ariston, fa una sensazione strana, visto che vederlo in televisione fa un certo effetto. È un’emozione enorme, indescrivibile.

Il brano s’intitola “In che senso?“, ed è un brano che parla del disagio, in generale. Infatti, questa canzone inizialmente si chiamava “La canzone del disagio“, perché è un pezzo che è stato scritto 6-7 anni fa con un amico, alle 5 del mattino, in uno studio. Un pezzo che poi io ho rispolverato riprendendo alcune parole di Antonio Brugnano, l’autore, e che quindi ho riscritto estrapolando alcune parole. La decisione di partecipare ad Area Sanremo è nata insieme ai produttori del brano. Abbiamo deciso di provare a salire su questo palco e ci siamo riusciti, almeno fino ad ora, speriamo di andare avanti».

Poi, saluta con un gioco di parole: «Ama, che dire, ci vediamo a Sanremo!».

Luca Darbenzio

Un altro giovane finalista, Luca Darbenzio, ha 24 anni e viene da Quadrelle, in provincia di Avellino: «Le sensazione che sto provando sul palco dell’Ariston sono fortissime e riesco a stento a descriverle» racconta.

In merito al suo brano: «Il titolo del mio brano è “Cenere“, una ballad in sei ottavi, e sono molto contento di averla costruita, e aver lavorato a questo pezzo insieme a musicisti fantastici. “Cenere” è un viaggio interiore attraverso la solitudine e parla di un amore irrealizzato».

Infine, ad Amadeus lancia questo saluto: «Ciao Amadeus, ti seguo da quand’ero piccolo, non vedo l’ora di esibirmi per te e grazie di questa possibilità che ci dai».

Mirall

La cantautrice trentenne è di Vecchiano, in provincia di Pisa. Ai microfoni di Area Sanremo spiega: «”Mirall” significa “specchio” in lingua catalana. Mi piace l’idea che le persone si possano riflettere nelle cose che scrivo, però mi piace al contempo prendere io la forma di tutte le cose che vedo. Da qui mi piace anche fare una serie di “travestimenti”».

«Stare qui sul palco di Sanremo mi sta dando delle emozioni inedite, sicuramente ci sono delle vibrazioni dappertutto ed è un’emozione fortissima» prosegue.

«Il brano si chiama “Padre nostro“, l’abbiamo scritto a quattro mani io e Paola Capone. Padre nostro è una preghiera, c’è un imbarbarimento culturale e umano in corso in questo periodo storico. C’è più tendenza al giudizio piuttosto che alla comprensione, quindi vuole essere un invito ad essere un po’ più umani, perché l’umanità viene purtroppo a mancare spesso e questo m’infastidisce moltissimo. Il messaggio della mia canzone vuole essere un invito a cercare di comprendere di più e giudicare di meno. Grazie Amadeus per l’opportunità che ci hai dato!».

Per vedere tutte le interviste è possibile collegarsi a YouTube da questo link. Continua a seguirci per scoprire dettagli e novità sui finalisti di Area Sanremo!