È in lizza per la conquista della statuetta nella Sezione Corti. È l’autore di “Animo resistente”, si chiama Simone Massi ed è originario di Pergola (PU). Conosciamolo da vicino in quest’intervista.
Finora dove ha trovato i protagonisti per le sue storie?
Nei sogni, nei racconti, nei ricordi d’infanzia.
È capitato che abbia cambiato idea su come procedere in fase di scrittura della sceneggiatura?
È capitato e fortunatamente continua a capitare.
Quale corto di sua realizzazione offrirebbe come biglietto da visita ad un produttore cinematografico?
“Tengo la posizione”.
Quale fase lavorativa la impegna maggiormente?
Dipende: delle volte l’animazione, delle volte il chiaroscuro.
Che rapporto hanno le generazioni digitali con il cortometraggio?
Francamente non lo so.
La selezione del casting come avviene?
Faccio cinema d’animazione, nessun casting. Ripenso a certe facce e certi sguardi che poi diventano i personaggi dei miei cortometraggi.
Il corto è ancora lo strumento di promozione per un regista emergente?
Penso di sì.
È possibile, spinti dalla sola passione, realizzare un corto di successo?
Penso di sì, sono sicuro di sì.
Quanto denaro è necessario per la realizzazione di un cortometraggio?
Faccio animazione a mano e ho tempi lunghissimi che fanno lievitare i costi; per un mio cortometraggio servono molti soldi e infatti non li ho mai trovati.
Le agenzie ed i festival nazionali che ruolo hanno oggi?
Immagino di promozione dei cortometraggi e degli autori indipendenti, una vetrina per chi è abituato agli scantinati.