Adriano Valerio è in gara con “37°4S” per la conquista della statuetta nella sezione corti. Conosciamolo meglio per scoprire chi è come trova l’ispirazione per le sue creazioni.
Finora dove ha trovato i protagonisti per le sue storie?
Le ispirazioni sono state le più diverse. Eventi reali, libri (ho adattato un racconto di Ilaria Bernardini, storie personali).
È capitato che abbia cambiato idea su come procedere in fase di scrittura della sceneggiatura?
Più volte. La sceneggiatura è solo l’inizio di un lungo viaggio in cui credo sia molto sano mettere in discussione le proprie idee e i propri riferimenti.
Quale corto di sua realizzazione offrirebbe come biglietto da visita ad un produttore cinematografico?
“37°4S”
Quale fase lavorativa la impegna maggiormente?
In realtà mi piace ogni parte dello sviluppo artistico del film, dalla scrittura del soggetto alla post produzione. Forse il momento in assoluto più bello e più impegnativo è quello in cui si ha la certezza che il film si farà. Da quel momento tutto quello che accade attorno a me – dalle musiche che sento in un bar al modo di camminare di una persona alla disposizione dei mobili a casa di un amico – diventa fonte di ispirazione per le riprese.
Che rapporto hanno le generazioni digitali con il cortometraggio?
Io ho girato i miei primi corti in pellicola, per poi virare verso il digitale. Ovviamente il digitale offre una libertà straordinaria, ma sono felice di aver sperimentato il rigore che imponevano le riprese in pellicola, oltre al fascino del suono della macchina da presa e l’attesa dello sviluppo.
La selezione del casting come avviene?
A volte tramite normalissimi casting, a volte ho scelto dei non attori che ero convinto potessero comunque interpretare i miei personaggi. Idealmente mi piace molto l’idea di poter lavorare a più riprese con gli stessi attori, anche se per il momento l’unica attrice con cui ho collaborato più volte è Sonia Gessner.
Il corto è ancora lo strumento di promozione per un regista emergente?
Sicuramente. O almeno così è stato per me.
È possibile, spinti dalla sola passione, realizzare un corto di successo?
Certamente.
Quanto denaro è necessario per la realizzazione di un cortometraggio?
Non c’è una regola. Dipende dalla forma che si intende utilizzare. Ma ci sono esempi notevolissimi tanto nei cortometraggi che nei lungometraggi di opere girate con budget limitatissimi.
Le agenzie ed i festival nazionali che ruolo hanno oggi?
I Festival hanno un ruolo fondamentale. Forse le cose stanno cambiando con la proliferazione dei canali e il digitale terrestre. Ma in una situazione distributiva così complicata come quella italiana, i Festival hanno permesso ai cinefili di scoprire l’universo di registi che non avrebbero mai potuto conoscere attraverso i circuiti di distribuzione televisivo o delle sale. Ed oltretutto in Italia più che altrove i festival coprono il territorio nazionale in maniera piuttosto capillare.