Dopo aver trionfato al Festival di Berlino, dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, “Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo si è aggiudicato il titolo di miglior film dell’anno ai Nastri d’Argento 2020, assegnati dal sindacato nazionale dei giornalisti cinematografici italiani.
“Favolacce” si è portato a casa in tutto cinque Nastri: oltre a quello al miglior film, anche quelli per miglior produttore, migliore sceneggiatura, migliore fotografia e migliori costumi (premio andato in ex aequo anche a “Pinocchio” di Matteo Garrone).
Il film che si è aggiudicato il maggior numero di premi è “Pinocchio” di Matteo Garrone, con sei Nastri: miglior regia, miglior attore non protagonista (Roberto Benigni), migliore scenografia, migliori costumi, miglior montaggio e miglioro sonoro.
Pierfrancesco Favino ha vinto il Nastro come miglior attore protagonista per il suo Bettino Craxi in “Hammamet”, mentre Jasmine Trinca ha vinto il premio come miglior attrice protagonista per “La dea fortuna”. Il Nastro per le migliori interpretazioni in una commedia è andato a Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea, co-protagonisti di “Figli”.
Valeria Golino ha vinto il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista per i suoi ruoli in “5 numero perfetto” e “Ritratto della giovane in fiamme”.
Marco D’Amore ha vinto il Nastro per miglior regista esordiente per il suo “L’immortale”.
Per le colonne sonore, Nastro d’argento ex aequo per Brunori Sas (“Odio l’estate”) e Pasquale Catalano (“La dea fortuna”). “Che vita meravigliosa” di Diodato si è aggiudicata il premio alla migliore canzone.
Oltre a ricordarci l’alto livello Italiano in ambito artistico, l’evento ha segnato, peraltro, la più che decennale collaborazione fra Gruppo Eventi, presieduto da Vincenzo Russolillo, e il SNGCI per la realizzazione dei Nastri d’Argento 2020; la 75°edizione si è dunque conclusa con soddisfazione generale di tutti, felici di aver messo a disposizione anche quest’anno impegno, strutture e risorse per un evento che da ormai più di settant’anni rappresenta un valido punto d’orgoglio.